Approccio con classe

In questi giorni è andata in onda una nuova serie sui morti viventi, gli zombie! Wow! Chi non si è sentito uno zombie al risveglio dopo una notte di bisbocce? Capita spesso. Una cosa peggiore è sicuramente quella di fare lo zombie mentre si tenta l’approccio.

Molti ragazzi non capiscono l’importanza della prima impressione e sbagliano tutto nel momento dell’approccio. Perché? Alcune testimonianze della vita reale, anche la vostra e la mia esperienza, ci forniscono risposte convincenti, ma che isolano il punto critico e non lo risolvono. Alcuni dicono: “mi avvicino e non so cosa dirle”, altri nemmeno si avvicinano, altri ancora vengono spinti letteralmente a conversare e si fermano al primo “ciao”.

Immaginate se la conversazione fosse fatta solo di interiezioni e intercalari: la specie umana si sarebbe estinta ancor prima di iniziare a scrivere sulle tavolette d’argilla! Il punto è che nell’approccio conta molto il modo di proporsi. Per cui una buona regola è quella di non fare lo zombie, quando ti avvicini a conversare con una ragazza.

Il fatto di vincere la proverbiale timidezza non significa che è tutto risolto. Molti pensano di essere dei bravi conquistatori solo perché sanno rompere il ghiaccio avvicinandosi e presentandosi, ma se poi riescono ad avvicinarsi e non combinano nulla, c’è qualcosa che non va. Parte degli errori sono nell’approccio, cioè nell’avvicinamento.

Ci sono ragazzi che letteralmente ciondolano, chi corre, chi si avvicina con uno sguardo da teppista, chi ancora lo fa guardando in terra e venendo preso a spintoni da tutti i presenti, chi lo fa soprattutto senza aver prima stabilito un contatto visivo che trasmetta due cose: le buone intenzioni e l’allegria. Se non trasmettete questo livello empatico, sarà molto difficile attirare l’attenzione di una ragazza che vi vede tristi o aggressivi.

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